Ok, ho deciso: non è il mio lavoro usuale, ma da domani incomincio a fare le fototessere.
Perché fare le fototessere non è per forza un lavoro di serie B per un fotografo. Lo diventa se si decide di farle con il culo. Se le foto per la patente si possono fare nelle macchinette a 3 euro, o gratis in casa con i software freeware che si trovano in rete, non è che un fotografo deve farle a 2,50 per restare competitivo, o per sentirsi ancora vivo. Perché, a quelle condizioni, sarà costretto a fare foto di merda. Per forza.
Se i fotografi, invece che fare il loro lavoro di comunicatori, decidono di scendere su questo campo, al massacro, saranno sempre perdenti; e sono loro a decidere di esserlo. Ci sarà sempre qualcuno ( o qualche macchina, o qualche software, o qualche comune ) che sarà in grado di farlo a meno di loro o addirittura gratis; e nulla e nessuno potrà fargliene una colpa, a questi.
Voglio dire: una volta c'erano persone che si guadagnavano da vivere producendo il ghiaccio, perché nessuno se lo poteva fabbricare da solo. Dal giorno in cui i frigoriferi sono entrati nelle case, è diventato anacronistico pensare di potersi guadagnare da vivere fabbricando ghiaccio, perché tutti hanno incominciato a produrlo per conto proprio.
Cosa dovevano fare i fabbricanti di ghiaccio? pretendere una legislazione che obbligasse la gente a comprarlo da loro, anche se in realtà ognuno se lo poteva produrre autonomamente, con il proprio frigorifero? o forse, piuttosto, adattare la professione a una realtà mutata? magari mettendosi a produrre ghiaccioli e granite?
Allora: ha senso che i fotografi facciano battaglie contro la possibilità di procurarsi fototessere a poco o niente? o che se la prendano perché la gente si fa i ritratti da sola con l'iphone? Di più: c'è una logica nel rendere sempre meno dignitoso il proprio lavoro, tanto da metterlo in competizione con macchinette o impiegati dell'anagrafe? Erano fotografi di serie B quei professionisti di provincia senza nome che, nel passato, rovinandosi gli occhi al fotoritocco con la lente e la matita, producevano fototessere e ritratti impeccabili che ci hanno trasmesso i volti e i sapori della loro epoca?
1940
Io faccio un lavoro differente, per fortuna e purtroppo.
Per fortuna perché è affascinante e gratificante; perché ho la possibilità di esprimermi, qualche volta, attraverso le mie immagini; in realtà, soprattutto, perché mi consente di fotografare belle gnocche facendomi persino pagare ( chi poteva immaginarlo quando avevo 15 anni? ).
Purtroppo, perché devo sovente rincorrere i clienti, sopportarne le paturnie, a volte patteggiare la dignità. Purtroppo, qualche volta, perché devo rincorrere anche i pagamenti mentre a voi, fotografi di fototessere che vi sentite di serie B, i soldi ve li mettono sul banco quando ritirano la busta ( speriamo in cambio di uno scontrino ). Eppure, anche se potrebbe non interessarmi, mi fanno incazzare quelli che vengono ai miei workshop e dicono un po' di soppiatto che fanno matrimoni e fototessere in paese, quasi si sentissero dei poveretti sfortunati.
Ma incominciate ( o rimettetevi ) a fare fototessere ( o matrimoni ) per bene; perché è possibile, e sarebbe un lavoro di grande dignità. Fate fototessere che siano dei ritratti, non fotogrammi di una macchinetta sotto due ombrellini. E le vostre fototessere fatele pagare 120 euro, non 5.
( 120 e non 100, perché se no sembra che arrotondate in eccesso ).
Nessuno è disposto a pagare 120 euro per la foto della carta d'identità? Per forza! Se gli date una foto di merda come quella del supermercato, nessuno vi pagherà mai 1 centesimo in più che per quella. Anzi: a parità di costo, preferiranno farsele con la macchinetta, perché almeno non avranno da interagire con un pirla che, oltre a fargli delle foto di merda, si atteggia anche a artista della fotografia.
Ma se voi farete dei ritratti, invece che inutili fotogrammi, e insieme alle 4 fototessere consegnerete al cliente anche una foto formato A4, stampata su carta fine art, consegnata in una bella cartellina fighetta da aprire con i guanti di cotone bianco, forse qualcuno che apprezza lo troverete; qualcuno che ci sta a mettere lì il corrispondente di 4 serate in pizzeria per avere, non 4 fototessere scrause, ma un vero e proprio ritratto che lui da solo non è in grado di farsi. Un'immagine che resterà nella storia della sua vita e della sua famiglia, come lo sono le foto dei nostri nonni che tutti abbiamo nel cassetto, scattate da fotografi di provincia molto più umili, ma anche molto più dignitosi di noi. E l'anno dopo magari torneranno per farsi dei ritratti veri e propri da 800 euro, rinunciando a una vacanza a Praga per una cosa che resta.
O no?
Non ci verrà nessuno a fare le fototessere da voi? Ma fare 1 "fototessera" da 120 euro, equivale a farne 24 da 5 euro. Potrete permettervi di avere 23 clienti in meno. O non so fare i conti? Ognuno decide se essere un fotografo di serie B o un fabbricante di comunicazione e di senso, sia che lavori per la moda oppure per la zia Caterina. Se fare un lavoro che ha una dignità, o sputtanarsi al mercato delle vacche. Non ci sono scuse. E' una questione di scelte.
E' una provocazione la mia, non mi nascondo.
Ma non sto scherzando: annuncio che io, Davide Cerati, da domani faccio le fototessere: per 120 euro, 4 fototessere e una stampa A4 su carta fine art.
Ph. Carlo Carletti