mercoledì 21 novembre 2018

IL MIO NUOVO SITO, CERATI.IT

Il mio nuovo sito è ora online, completamente rinnovato nel motore, nella carrozzeria e nei passeggeri:

 

www.cerati.it

 

www.cerati.it
Cerati website 4.0 - Homepage - 2018

 


E’ la versione 4.0.
cerati.it era già online nel 1998, quando tanti fotografi non sapevano ancora tenere in mano un mouse. E molti mi dicevano: “…ma hai tempo da perdere con quel giochetto di internet?…”.
No, cioè, così per dire.


 
Cerati website 1.0 - Homepage - 1998



cerati.com non l’ho potuto usare perché era già di Gustavo Cerati, un grande musicista argentino, che un giorno mi scrisse: “Ciao Davide, ho visto il tuo sito; complimenti, se vieni in Argentina chiamami.” Altri tempi: eravamo ancora così in pochi ad avere un sito, che pareva bello dirci: “Oh, ce l’ho anch’io! Yeah!". 
Ma in fondo ceratit non mi dispiace. La famiglia di mio papà, di mio nonno, in paese, era la famiglia dei “Ceratit”, appunto:  "Quel lì l'è dei Ceratit".  Tutto torna.



Cerati website 2.0 - Homepage - 2005



C’è stato un tempo nel quale sembrava che avere un sito non servisse a nulla; ma io ero convinto del contrario e mi feci il sito. Alcuni dei miei migliori clienti arrivano da visite a quel sito; e comunque io c'ero. 

Poi è venuto un periodo nel quale molti cambiavano look al proprio sito ogni mese; non so se fosse effettivamente la strada giusta, ma tanto io non avevo né il tempo, né la voglia per farlo. Così i miei siti sono sempre felicemente invecchiati, prima di lasciare il passo. 

Poi c’è stata l’epoca del blog a tutti i costi, anche quello di scrivere stronzate inutili, pur di scrivere. Per me il blog è un posto dove scrivere pensieri, condividere ragionamenti, postare delle news meno volatili che sui social. Se non ce n'è  non scrivo, anche se il marketing vorrebbe il contrario.

Ora sembra che avere un sito, per un fotografo, non serva più a nulla perché i social sono più immediati, veloci, freschi. Che conta è avere followers da pasturare giornalmente, dicono, e probabilmente è vero. Io credo semplicemente che oggi il sito abbia una funzione differente, meno legata alle news, meno vetrina di quanto si sta facendo nell’immediato, e più testimonianza di un percorso, di una storia. Spero che in qualche modo la mia si possa intravedere, attraverso il mio sito. 


www.cerati.it

 

 

Cerati website 3.0 - Homepage - 2011
 



P.S.: La nuova edizione del sito è di mio figlio Gioele; un altro ceratit. Anche per lui, è normale, io sono l'ultimo dei clienti a cui render conto. E' stato un parto lungo e laborioso, nel quale si sono sommate le sue e le mie pigrizie, le mie indecisioni, i suoi ritardi, i miei ritardi, le mie pignolerie. Ma sono estremamente soddisfatto del risultato perché è esattamente quello che volevo; pulito, efficiente, veloce, nulla di preconfezionato, e sono felice che lo abbia costruito lui.       #ifiglisopiezzecore

Grazie anche a Enrique Spacca per la grafica.



 

 



sabato 13 gennaio 2018

TUTTI FOTOGRAFI!!! TUTTE MODELLE!!! TUTTI ART DIRECTOR!!! TUTTI ESPERTI DI MARKETING!!!



Che qualcuno creda in se stesso e ci provi, anche se non è ancora pronto al cento per cento, è legittimo. Poi magari, in futuro, riguarderà con tenerezza le ingenuità dei suoi lavori d’esordio, ma va bene così. Spesso le grandi professionalità nascono, in embrione, da ambizioni e energia grezze, che poi si sviluppano pian piano e crescono grazie alle occasioni, agli errori, alla voglia di fare bene. 

Ci sta.

Ho iniziato anch’io e, sembra impossibile, ero giovane allora. Ho fatto mille porcherie che tengo ben nascoste nei cassetti e so cosa significhi iniziare e aver bisogno di occasioni per crescere. So anche che qualche volta bisogna un po’ barare: non ci si sente ancora in grado, ma si finge di esserlo per portare a casa un’esperienza. E va beh, si crescerà, bisogna avere la possibilità di farlo.
Ho tre figli che, in modi diversi, hanno studiato e lavorano nel settore della Comunicazione e, ringraziando il cielo, hanno cercato e trovato occasioni per fare esperienza, crescere, definirsi.

Ci sta.

E poi ci sono giovani, o outsiders, che sono un pezzo più avanti, si sbattono, studiano, sperimentano; e spaccano, diciamolo! Mica tutti però. Molti ci credono e basta, ma fanno comunque bene a crederci. Loro.






Un giovane Davide Cerati, aspirante fotografo, 1980 
Nikon FM, 35 mm, 50mm, 85mm, 200 mm, Ilford FP4, Lucky Strike, 
Ph. Giovanni Pastore



Il problema è quando ci credono anche i clienti; quando questi pensano di poter affidare la propria immagine al cugino che ha appena craccato inDesign e si sente un grafico pubblicitario; alla nipote che si sente modella e influencer perché sui social le scrivono “quanto sei gnocca!”; al tipo che si crede Avedon di cui hanno visto delle foto fighissime su instagram (di mestiere fa il cassiere all’Eurospin, ma è bravissimo a fare le fotografie!); al figlio diventato guru del marketing perché ha visto tre filmati su youtube che spiegano come vendere la sabbia nel deserto. 

Questo non ci sta.

Perché il mestiere del fotografo è una roba seria e difficile; il mestiere della modella è una roba seria e difficile; il mestiere del pubblicitario è una roba seria e difficile.





Per carità, ognuno può fare quel che vuole. Ogni azienda decide legittimamente le proprie strategie e i propri investimenti. Ci sono situazioni nelle quali si può tentare la strada di investire su forze fresche, dare la possibilità ai giovani di fare esperienza, mettere magari su comunicazioni marginali forze nuove, con le quali sperimentare. Tutto ciò è positivo e fa crescere questo mondo.

Ci sono anche aziende che hanno budget molto risicati da poter investire in Comunicazione; quindi arrangiarsi come si può è l’unica soluzione. Ma, diciamocelo, poco più in là della Lavanderia Pinuccia e dell’Artigiano della Collana, qualsiasi azienda dovrebbe investire seriamente in Comunicazione, senza improvvisare, per restare sul mercato. Ho sempre amato le piccole/medie realtà perché mi sono vicine e spesso vi si incontra umanità vera. Ma oggi non si va da nessuna parte senza una buona Comunicazione,

Se aziende di un certo spessore si mettono a ragionare come la lavanderia dietro l’angolo, riguardo alla Comunicazione, allora vuol dire che non abbiamo capito i fondamentali; che si ritiene la Comunicazione una cosa inutile, o quantomeno irrilevante per il successo di un’attività. E invece la Comunicazione è una cosa seria, che determina il grado di riuscita di un’azienda tanto quanto il suo prodotto; a volte anche di più. E la Comunicazione, in tutti i suoi aspetti, richiede professionalità, esperienza, progettualità, affidabilità. Insomma: competenza.




E mentre tu “ti arrangi”, altre aziende tue concorrenti investiranno davvero in Comunicazione e ti passeranno inevitabilmente davanti. Perché, e qui sta il punto, la Comunicazione è un investimento, non una spesa. Più e meglio investi su questo aspetto della tua attività e più avrai riscontri positivi. “Insomma, venderai di più, lo capisci?”

Quindi, che aspiranti fotografi, modelle, marketing man, art-director, ci provino, ci sta; hanno tutto il mio supporto, simpatia e auguro loro ogni bene per la loro futura carriera. Ripeto, ormai mi sembra quasi impossibile, ma sono stato giovane anch’io.

Ma che i clienti non abbiano consapevolezza riguardo all’importanza della Comunicazione per la loro azienda, questo non ci sta per niente ed è la cartina di tornasole del grado di cultura, o sottocultura, di un popolo.


Peace and love.



Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario... 
Lei mi crede pianista in un bordello
Jacques Seguela


Ph. Dominique Cabrelli