sabato 13 gennaio 2018

TUTTI FOTOGRAFI!!! TUTTE MODELLE!!! TUTTI ART DIRECTOR!!! TUTTI ESPERTI DI MARKETING!!!



Che qualcuno creda in se stesso e ci provi, anche se non è ancora pronto al cento per cento, è legittimo. Poi magari, in futuro, riguarderà con tenerezza le ingenuità dei suoi lavori d’esordio, ma va bene così. Spesso le grandi professionalità nascono, in embrione, da ambizioni e energia grezze, che poi si sviluppano pian piano e crescono grazie alle occasioni, agli errori, alla voglia di fare bene. 

Ci sta.

Ho iniziato anch’io e, sembra impossibile, ero giovane allora. Ho fatto mille porcherie che tengo ben nascoste nei cassetti e so cosa significhi iniziare e aver bisogno di occasioni per crescere. So anche che qualche volta bisogna un po’ barare: non ci si sente ancora in grado, ma si finge di esserlo per portare a casa un’esperienza. E va beh, si crescerà, bisogna avere la possibilità di farlo.
Ho tre figli che, in modi diversi, hanno studiato e lavorano nel settore della Comunicazione e, ringraziando il cielo, hanno cercato e trovato occasioni per fare esperienza, crescere, definirsi.

Ci sta.

E poi ci sono giovani, o outsiders, che sono un pezzo più avanti, si sbattono, studiano, sperimentano; e spaccano, diciamolo! Mica tutti però. Molti ci credono e basta, ma fanno comunque bene a crederci. Loro.






Un giovane Davide Cerati, aspirante fotografo, 1980 
Nikon FM, 35 mm, 50mm, 85mm, 200 mm, Ilford FP4, Lucky Strike, 
Ph. Giovanni Pastore



Il problema è quando ci credono anche i clienti; quando questi pensano di poter affidare la propria immagine al cugino che ha appena craccato inDesign e si sente un grafico pubblicitario; alla nipote che si sente modella e influencer perché sui social le scrivono “quanto sei gnocca!”; al tipo che si crede Avedon di cui hanno visto delle foto fighissime su instagram (di mestiere fa il cassiere all’Eurospin, ma è bravissimo a fare le fotografie!); al figlio diventato guru del marketing perché ha visto tre filmati su youtube che spiegano come vendere la sabbia nel deserto. 

Questo non ci sta.

Perché il mestiere del fotografo è una roba seria e difficile; il mestiere della modella è una roba seria e difficile; il mestiere del pubblicitario è una roba seria e difficile.





Per carità, ognuno può fare quel che vuole. Ogni azienda decide legittimamente le proprie strategie e i propri investimenti. Ci sono situazioni nelle quali si può tentare la strada di investire su forze fresche, dare la possibilità ai giovani di fare esperienza, mettere magari su comunicazioni marginali forze nuove, con le quali sperimentare. Tutto ciò è positivo e fa crescere questo mondo.

Ci sono anche aziende che hanno budget molto risicati da poter investire in Comunicazione; quindi arrangiarsi come si può è l’unica soluzione. Ma, diciamocelo, poco più in là della Lavanderia Pinuccia e dell’Artigiano della Collana, qualsiasi azienda dovrebbe investire seriamente in Comunicazione, senza improvvisare, per restare sul mercato. Ho sempre amato le piccole/medie realtà perché mi sono vicine e spesso vi si incontra umanità vera. Ma oggi non si va da nessuna parte senza una buona Comunicazione,

Se aziende di un certo spessore si mettono a ragionare come la lavanderia dietro l’angolo, riguardo alla Comunicazione, allora vuol dire che non abbiamo capito i fondamentali; che si ritiene la Comunicazione una cosa inutile, o quantomeno irrilevante per il successo di un’attività. E invece la Comunicazione è una cosa seria, che determina il grado di riuscita di un’azienda tanto quanto il suo prodotto; a volte anche di più. E la Comunicazione, in tutti i suoi aspetti, richiede professionalità, esperienza, progettualità, affidabilità. Insomma: competenza.




E mentre tu “ti arrangi”, altre aziende tue concorrenti investiranno davvero in Comunicazione e ti passeranno inevitabilmente davanti. Perché, e qui sta il punto, la Comunicazione è un investimento, non una spesa. Più e meglio investi su questo aspetto della tua attività e più avrai riscontri positivi. “Insomma, venderai di più, lo capisci?”

Quindi, che aspiranti fotografi, modelle, marketing man, art-director, ci provino, ci sta; hanno tutto il mio supporto, simpatia e auguro loro ogni bene per la loro futura carriera. Ripeto, ormai mi sembra quasi impossibile, ma sono stato giovane anch’io.

Ma che i clienti non abbiano consapevolezza riguardo all’importanza della Comunicazione per la loro azienda, questo non ci sta per niente ed è la cartina di tornasole del grado di cultura, o sottocultura, di un popolo.


Peace and love.



Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario... 
Lei mi crede pianista in un bordello
Jacques Seguela


Ph. Dominique Cabrelli



2 commenti:

  1. Le aziende lo capiranno solo dopo aver “sbagliato” le prime volte a scegliere i non professionisti.
    Ottimo articolo, grazie della tua condivisione di pensieri.

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