Di Roberto Tomesani, al di là della stima che ho per il suo lavoro al servizio della professione fotografica, conservo un sentimento di riconoscenza per un suo piccolo gesto, di tanti anni fa, che lui avrà certo scordato.
Ero in un momento difficile, con il fiato di un cliente sul collo: questo, in malafede, stava cercando di fare il furbo per non pagarmi un grosso lavoro. Non la faccio lunga: dovevo consegnare assolutamente il lavoro, finito e post-prodotto, la mattina del giorno seguente; in anticipo rispetto agli accordi così da non fornire al cliente un pretesto cui aggrapparsi per eludere i suoi impegni. Insomma: notte in bianco a lavorare, fino a mattina, per terminare il lavoro. Alle 2, le 3 di notte, non ricordo esattamente, mi telefona Roberto: "come và? tutto bene? allora ce la fai? dacci dentro, che poi ti fai una dormita". L'avevo chiamato nel pomeriggio per avere suoi consigli e a notte fonda il Roberto mi chiama per darmi una parola di incoraggiamento. Grazie. Un piccolo gesto, banale finché volete e non dovuto; ma, in un momento di difficoltà e di sconforto, più utile e gradito di mille consulenze. Questo per raccontare la persona. Per ciò che riguarda il professionista, invece, devo dire che da sempre Roberto, e la sua Tau Visual, sono l'unico riferimento concreto per quanto riguarda la professione fotografica in Italia; ma su questo non è necessario mi dilunghi perché nel settore è sufficientemente conosciuto da tutti.
Questo post per condividere un paio di filmatini di Roberto, sempre efficace e immediato, riguardo alla fotografia professionale e ai suoi prezzi. Un tema pieno di malintesi che, ho l'impressione, molti fotografi hanno anche verso se stessi. Ci tengo a sottolineare che le cifre di cui parla Roberto nei video sono ai minimi sindacali, giocando al risparmio, perché un'attività fotografica articolata e funzionale ha costi ben più alti. Molto più alti. Ma pare che nemmeno queste spese minime siano contemplate dai clienti e, peggio ancora, dai fotografi stessi.
La crisi esiste per tutti e in ogni settore, ma ho l'impressione che a quella del nostro si aggiunga una sostanziale incapacità dei fotografi a essere imprenditori. Siamo tutti "appassionati" della fotografia, prima ancora che titolari d'azienda, e quindi fatichiamo a leggere il nostro lavoro attraverso l'ottica del profitto, come deve essere in qualsiasi attività che voglia stare in piedi e produrre reddito.
E' incredibile, ma è così.
E' incredibile, ma è così.
I clienti ci considerano spesso dei giocherelloni che si fanno pagare caro e sono quasi convinti che noi ci si arricchisca alle loro spalle. Ma, quel che è peggio, sembra quasi che i fotografi stessi si sentano dei fortunati ai quali qualcuno paga il loro hobby. In realtà ci scontriamo ogni giorno con un mercato che sottovaluta il nostro lavoro e non ci riconosce il valore che potremmo meritare; e spesso lottiamo per far quadrare i bilanci e tenere in piedi le nostre attività. Ne soffrono i professionisti affermati, che per l'esperienza e gli anni di fatica meriterebbero maggiore stima, fiducia e più adeguati compensi; ne pagano lo scotto i giovani fotografi che, per farsi strada, sono costretti spesso a lavorare gratis o per quattro euro pur di farsi vedere; con poche prospettive di consolidare la loro presenza sul mercato, strizzati finché serve e poi mollati quando incominciano, giustamente, a pretendere un trattamento semplicemente dignitoso. Certo, se a vent'anni ti propongono di pubblicare su una rivista di moda lo fai anche gratis; ti sembra anzi di toccare il cielo con un dito. Ma lo devi fare con lucidità e disincanto, sapendo che quello dev'essere soltanto un trampolino di lancio e un'esperienza, non una situazione stabile. Perché lavorando gratis, sottocosto o per due soldi, la tua impresa non si regge in piedi e il mercato, anche il tuo, va a puttane ( ...si può dire puttane? ).
Ancora più gravi e miopi sono le scelte di tanti professionisti di lunga data, disposti a svendere il proprio lavoro pur di non sentirsi inattivi. Per carità: quando uno è in difficoltà, per qualche momento, è legittimo che accetti anche cose che in condizioni normali non prenderebbe in considerazione. Ma sempre, SEMPRE, bisogna avere in testa il proposito che si tratti di un passaggio da cui rifuggire al più presto tornando, appena possibile, a regime. Altrimenti le nostre sono imprese destinate a morire. Da una parte il mondo delle professioni in senso ampio si è caratterizzato, a volte, per uno spirito corporativistico fuori misura che ha generato, in alcuni settori, caste inattaccabili; dall'altro, noi fotografi non siamo mai stati capaci nemmeno di guardarci negli occhi e dirci, tra noi, quali siano i limiti di dignità sotto i quali non scendere per sopravvivere e per non ucciderci l'un l'altro. Ci siamo sempre fatti, piuttosto, una continua guerra all'ultimo euro ( e anche di peggio ) pur di portare a casa il lavoro. Dovevamo sentirci ( anche ) colleghi per avere ( insieme ) più forza contrattuale sul mercato. Invece ci siamo sempre considerati ( soltanto ) concorrenti; quasi fossimo perennemente dentro un grande concorso nel quale conta edonisticamente prevalere nell'esserci, piuttosto che costruire insieme la credibilità e la solidità del mondo fotografico professionale sul mercato. Sto parlando naturalmente della categoria in generale perché poi ognuno ha la propria storia e il proprio modo di concepire il mercato e i valori professionali.
In questo senso, credo che gli interventi sempre puntuali di Roberto Tomesani sull'argomento siano di grande aiuto, ma bisogna che noi tutti ci guardiamo negli occhi e impariamo a dirci, da colleghi, cosa è necessario fare affinché il mercato abbia stima di noi e ci riconosca un valore, se l'abbiamo. E bisogna che impariamo noi, prima degli altri, a fare i conti, perché il primo valore per un'attività imprenditoriale è avere il bilancio in attivo.
Per finire, ancora qualche interessante considerazione di Roberto sulla fotografia e i fotografi:
ottimo articolo e video molto interessanti! mi ha colpito quello sui costi e... le foto dei Lego :)
RispondiEliminapaolo - samuraipaolo.wordpress.com
Hei.... grazie Davide!!! Si, dell'episodio mi ero dimenticato... Ma di quanto tu sia una BELLA persona, beh, di quello conservo una memoria vivida, perche' rinnovata continuamente lungo il percorso...
RispondiEliminaè una dura lotta e mi sa che siamo destinati a perdere...
RispondiEliminala sfiga è che il nostro è un lavoro creativo, e di conseguenza non è visto dagli altri come un lavoro "serio" che deve essere pagato..
(max)